Abbazia di Cadossa

Il monastero sorge a sud di Montesano, in luogo ameno, ricco di acqua e di vegetazione.

Descrizione

L'Abbazia di Cadossa si trova a sud di Montesano sulla Marcellana, in una posizione incantevole circondata da acqua e vegetazione.

Recenti studi condotti da eminenti studiosi hanno messo in dubbio l'identificazione dell'abbazia con quella di "Sancti Simeonis", donata nel 1086 dal Gran Conte Ugo d'Avena a Pietro Pappacarbone, terzo abate della "SS. Trinità" di Cava dei Tirreni.

Il monastero controllava il vicino Casale di Cadossa, abitato da cento famiglie soggette all'autorità dell'abate. Le estensioni di terre di proprietà dell'abbazia aumentarono considerevolmente dopo le donazioni fatte da Margherita di Scotto, contessa di Montesano e moglie di Guglielmo Sanseverino. Anche Casalnuovo (Casalbuono) era di proprietà dell'abbazia, con cento vassalli sui quali l'abate esercitava la giurisdizione feudale.

Uno dei principali servizi forniti dall'abbazia era l'ospedale, che si trovava all'estremità della via pubblica in un luogo elevato chiamato ancora oggi "Tempa dell'ospedale". Tuttavia, dopo il terremoto del 1688, l'ospedale fu distrutto e non venne più ricostruito.

I primi documenti che menzionano l'abbazia risalgono al XIII secolo. Nel 1238, l'abate di Cadossa dimostrò l'appartenenza della chiesa di Sant'Anna contro i monaci basiliani di Sant'Andrea Arpio. Nel 1272, Onorato Fornerio, signore del Casello di Cadossa, invase l'abbazia di Santa Maria "sotto colore di volerla difendere" e dichiarò suoi vassalli gli abitanti di Casalnuovo. L'abate e i monaci si rivolsero al re Carlo I d'Angiò, che impose a Fornerio di desistere dalle sue usurpazioni.

Nel 1294, l'abbazia e il casale passarono sotto la dipendenza dell'Ordine militare ospitaliero della SS. Trinità di Venosa, noto anche come Cavalieri di Malta, e vi rimasero fino al 1306. Nel 1305, i Cavalieri di Malta fecero appello al re Carlo contro Guglielmo di Ponziaco, che si era impadronito del casale, e ottennero protezione.

La vita dell'abbazia durante il periodo più antico rimane ancora oscura, ma sicuramente doveva essere fiorente. Secondo la tradizione, si dice che San Cono di Teggiano abbia trascorso qui la sua breve esistenza. Cadossa, soprattutto durante il periodo angioino, fu una delle abbazie più rinomate dell'ordine benedettino, e le voci dei suoi abati si facevano sentire anche nelle assemblee pubbliche.

Da diverse fonti apprendiamo i nomi di alcuni dei suoi abati: Costa, che accolse il giovane Cono; Mattia da Montecorvino (1306); Guglielmo da Diano (1321); Nicola della Penta (1324); Tommaso; Ruggero (1361), che si occupò del rinnovo del primo inventario dei beni dell'abbazia nel 1372. Tuttavia, le frequenti occupazioni, le aggressioni, i saccheggi e altri motivi segnarono il declino della famosa abbazia, che nel XV secolo fu ridotta a "Commenda" e affidata ad abati "commendatari" che non risiedevano sul posto e che dissipavano i beni senza curarsi del culto divino.

Gli abati "commendatari" di Cadossa prima della sua annessione alla Certosa di Padula includono Giacomo, intorno al 1436; Carletto, arcidiacono sorrentino, dal 1440; Lorenzo Cichi di Buccino; Gian Paolo Vassallo, che nel 1436 fu eletto vescovo di Potenza e successivamente trasferito alla diocesi di Troia (Foggia); Oliviero Carafa, cardinale arcivescovo di Napoli nel 1469; Bernardo Brancaccio, chierico napoletano, nel 1500; e Giovanni di Gesualdo, nobile napoletano, che accettò la proposta di cessione fatta dal Priore di San Lorenzo. Così, con la bolla di Papa Leone X del 17 novembre 1514, Cadossa fu incorporata nella Certosa di Padula. Nel 1519, Giovanni di Gesualdo rinunciò anche ai diritti che si era riservato nella precedente cessione e il monastero di Cadossa fu trasformato in una "grancia" certosina.

In questo modo, la Certosa acquisì anche la prerogativa di "Sedes nullius" che spettava all'abbazia benedettina.

All'epoca dell'annessione alla Certosa, l'abbazia versava in uno stato avanzato di degrado: gli edifici erano devastati in molte parti e la chiesa minacciava di crollare a causa dell'età e dell'abbandono. I certosini si adoperarono immediatamente per il restauro degli edifici, cominciando dalla chiesa. Nel 1578 ne fu costruita una nuova. Il Priore ottenne dal Papa Gregorio XIII l'autorizzazione a trasferire il culto dalla vecchia chiesa alla nuova e a trasformare la prima in residenza per i religiosi addetti alla "grancia".

La concessione pontificia richiese il trasferimento delle cose sacre e delle ossa dei defunti sepolti nella vecchia chiesa alla nuova. Esternamente, la chiesa ha conservato il suo aspetto originale, mentre internamente i muri, che un tempo erano lisci e uniformi, sono ora decorati con stucchi sovrapposti nel periodo barocco. Sull'altare maggiore si trova il quadro della Vergine Assunta, che da sempre è la patrona della chiesa.

La parte centrale della facciata principale è stata costruita ex novo. Vi si trova un bel portale d'ingresso che conduce al cortile, dove si può ammirare una fontana simile a quelle present

i nella Certosa.

La "grancia" era gestita da un monaco procuratore e da alcuni conversi e laici che mantenevano la chiesa aperta al culto. Il Priore vi si recava ogni 15 agosto per celebrare un solenne Pontificale in onore di Santa Maria Assunta. Inoltre, ogni anno la comunità monastica vi si trasferiva per un'intera giornata per la gita annuale chiamata "stanziamento", concessa a tutti i monaci.

Dopo l'annessione alla Certosa nel 1514, l'abbazia seguì le sorti dell'ordine: fu soppressa durante il periodo di dominazione francese, riaperta e restituita ai legittimi proprietari nel 1818. Tuttavia, nel 1866, le leggi piemontesi decisero la seconda e definitiva soppressione.

Nel 1869, l'abbazia fu acquistata dai Baroni Gerbasio di Montesano e fu utilizzata come abitazione per i coloni dell'ampia tenuta, come deposito di derrate alimentari e come stalla.

Degno di nota è il pellegrinaggio annuale che i Teggianesi e i Montesanesi compiono a Cadossa la prima domenica di agosto, mantenendo viva la secolare devozione verso San Cono.

Modalità di Accesso

Si consiglia contattare direttamente l'Abbazia di Cadossa o visitare il loro sito web ufficiale per ottenere informazioni aggiornate sui servizi disponibili per i visitatori con disabilità. In questo modo, potrai avere dettagli specifici sulla presenza di rampe, ascensori, servizi igienici accessibili o altre facilitazioni che rendono l'accesso all'abbazia più agevole per le persone con disabilità.

Contatti

Comune di Montesano sulla Marcellana
Telefono

0975865211

Telefono

0975865221

Fax

0975865189

PEC

protocollo@pec.comune.montesano.sa.it

Luogo

, 84033, Montesano sulla Marcellana SA

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